NOTA BIOGRAFICA
Maria Mosca è nata nel
UN NIDO NUOVO
L’Autunno le foglie arrossa.
A pioggia cadono e sono
ordito e trama dentro me.
Tessuto di tristezza si prepara
ma le tue mani sanno accarezzarlo
e fiori nascon dalle foglie morte.
Si sgretola, sì, il mio tempio
giù quel che vacilla e trema
quasi polvere è la via.
Dal mio deserto guardo gli occhi tuoi,
in essi vedo mille stelle verdi
sai prepararmi un dolce nido nuovo.
Rincorro i giorni, trepida,
ricerco la serenità
che trovo sol vedendoti
Quanto ti voglio bene! … E’ la tua frase,
la forza che mi dai tocca le vette
non più sperduta e sola nel cammino.
Ti feci nascere quel giorno,
tu mi fai rinascere ogni giorno.
NOTA CRITICA
La poesia di Maria Mosca - possiamo asserire – non è derivata, rarefatta o cristallizzata, rappresenta una realtà purificata da ogni contingenza e scoria ed inoltre possiede il dono dell’equilibrio, rispettando lo scopo vero di produrre l'incantamento pur mantenendo le giuste referenze al reale.
La lontananza da concezioni astratte ed intellettuali la rendono perfetta, pur rimanendo affare per pochi: creazione di versi, magia di lettura, festa che l'Intelletto prepara al Cuore, nel suo stato più bello e più puro.
Festa: gioco, ma solenne.
Poesia non solo come ricerca di astratta e immateriale perfezione, ma soprattutto spirale dei sentimenti, tensione metafisica, lascito delle diverse e multiformi relazioni del linguaggio con gli effetti che esso produce sugli uomini, attraverso le risonanze delle parole che approdano a testi brevi dove, l’Area pragmatica del linguaggio e le forme logiche ed anche le abitudini, s’incontrano presto o tardi con l'irrazionalità e la metafora.
La iterazione di suoni è favorita dalla brevità dei versi e dall'incalzante susseguirsi di voci verbali legate da affinità fonica ma interessate non più di tanto al virtuosismo linguistico, con intatto e pieno il significato di esercizio letterario dotato di una propria autonomia.
In alcuni passaggi la poetessa sale sulla scena tragica del mondo e da voce alla coscienza e ai conflitti interiori degli uomini, riverbera i riflessi degli angoli di vita (affetti) più cari.
Infatti, alcune delle poesie sono scritte da una nonna-mamma-moglie per raccontare, con occhi lirici e affettuosi, la propria famiglia, conferirle una forte carica di atemporalità racchiusa fra unità e molteplicità ed infine donare più genericamente corpo alla vicenda metafisica della lotta per esistere, attraverso territori fisici, che spesso coincidono con i territori dell’anima.
Maria Mosca, pittrice, quando scrive poesia diviene pittrice del mondo, autrice di un unico grande affresco, che ha un dentro e un fuori, un prima e un dopo ed offre infine una suggestione palpabile in cui s’incontrano, al più alto grado, messaggio etico e forza stilistica.
La porta si apre e la sua casa racconta se stessa e le storie a lei più care, che ripercorrono momenti significativi… vi sono personaggi che vivono laddove regna il «riso amaro» e la penna di Maria, descrive scenari che affondano le radici nel passato per proiettarsi poi prontamente nel futuro, come nella bellissima poesia UN NIDO NUOVO.
Un cuore, quello di Maria, raccontato nella dimensione del riscoprire paesaggi emozionali unici, passo dopo passo seguendo il ritmo appassionato di sentimenti cantati e di dolori raccontati con rara delicatezza.
E a cantarli e raccontarli è una donna che ogni volta compone il disegno di una famiglia di gente per bene, disgelando a poco a poco quel "vero poetico" di manzoniana memoria.
Una poesia asciutta, senza ornamenti, che restituisce un quadro sociofamiliare di sicuro impatto, essa parla la stessa lingua che alimenta tutte le creature.
Quella delle emozioni.
Protagonisti la parola e il suo colpo definitivo: l’amore per la parola a deposito dell’anima.
Parola e silenzio stanno l'una sull'altro in quella che è soprattutto in arte del levare.
Un lieve lavoro di scavo e cesello misto a grumi di sensazioni e sentimenti mai troppo dimenticati, tensioni e aspirazioni liberatorie è riconoscibile all’interno di sparute assonanze e dissonanze ed offre un radicale esempio di rinnovamento formale.
ANTONIO LERA