sabato 13 febbraio 2010

Maria Mosca. Poetessa

NOTA BIOGRAFICA

Maria Mosca è nata nel 1927 a Giulianova (TE) ed ivi ha sempre risieduto con la sua famiglia. Pensionata, ha dedicato tutta la sua vita al mondo della scuola, come Insegnante. L'esperienza poetica nasce subito dopo una breve parentesi culturale nel mondo della pittura, in cui si è soffermata per poco tempo in qualità di autodidatta, dopo aver dato alla luce alcuni preziosi dipinti. Sfoggiando soprattutto un repertorio di ricordi (colori, profumi, paesaggi, microeventi) che compaiono ora anche in chiave poetica esplicitamente, lungo tutto il corso del suo sviluppo letterario. Ha ottenuto alcuni riconoscimenti nazionali, per la poesia inedita: Vincitrice Premio Letterario Roseto 1999 “Poesia Medicina dell’Anima”; Città di Giulianova Vincitrice Premio di Poesia Poeti dell'Adda 1999 IV Edizione; Vincitrice Premio Letterario Anfiosso 2000; Segnalata Premio Letterario Internazionale “Jacquès Prèvert” 2007; Segnalata Terzo Concorso “Premio di Scrittura creativa Lella Razza 2007 “L'AMICIZIA E... L'IMPEGNO” di Lodi; Vincitrice Premio Letterario Cologna Spiaggia 2009 "Natale in Versi"; Vincitrice Premio Letterario Cologna Spiaggia 2010 “Nascere e Rinascere”, con la poesia UN NIDO NUOVO che darà anche il titolo alla sua prossima pubblicazione edita, che non include tutte le poesie della sua produzione, ma sicuramente alcune tra le più significative.

UN NIDO NUOVO

L’Autunno le foglie arrossa.

A pioggia cadono e sono

ordito e trama dentro me.

Tessuto di tristezza si prepara

ma le tue mani sanno accarezzarlo

e fiori nascon dalle foglie morte.

Si sgretola, sì, il mio tempio

giù quel che vacilla e trema

quasi polvere è la via.

Dal mio deserto guardo gli occhi tuoi,

in essi vedo mille stelle verdi

sai prepararmi un dolce nido nuovo.

Rincorro i giorni, trepida,

ricerco la serenità

che trovo sol vedendoti

Quanto ti voglio bene! … E’ la tua frase,

la forza che mi dai tocca le vette

non più sperduta e sola nel cammino.

Ti feci nascere quel giorno,

tu mi fai rinascere ogni giorno.

NOTA CRITICA

La poesia di Maria Mosca - possiamo asserire – non è derivata, rarefatta o cristallizzata, rappresenta una realtà purificata da ogni contingenza e scoria ed inoltre possiede il dono dell’equilibrio, rispettando lo scopo vero di produrre l'incantamento pur mantenendo le giuste referenze al reale.

La lontananza da concezioni astratte ed intellettuali la rendono perfetta, pur rimanendo affare per pochi: creazione di versi, magia di lettura, festa che l'Intelletto prepara al Cuore, nel suo stato più bello e più puro.

Festa: gioco, ma solenne.

Poesia non solo come ricerca di astratta e immateriale perfezione, ma soprattutto spirale dei sentimenti, tensione metafisica, lascito delle diverse e multiformi relazioni del linguaggio con gli effetti che esso produce sugli uomini, attraverso le risonanze delle parole che approdano a testi brevi dove, l’Area pragmatica del linguaggio e le forme logiche ed anche le abitudini, s’incontrano presto o tardi con l'irrazionalità e la metafora.

La iterazione di suoni è favorita dalla brevità dei versi e dall'incalzante susseguirsi di voci verbali legate da affinità fonica ma interessate non più di tanto al virtuosismo linguistico, con intatto e pieno il significato di esercizio letterario dotato di una propria autonomia.

In alcuni passaggi la poetessa sale sulla scena tragica del mondo e da voce alla coscienza e ai conflitti interiori degli uomini, riverbera i riflessi degli angoli di vita (affetti) più cari.

Infatti, alcune delle poesie sono scritte da una nonna-mamma-moglie per raccontare, con occhi lirici e affettuosi, la propria famiglia, conferirle una forte carica di atemporalità racchiusa fra unità e molteplicità ed infine donare più genericamente corpo alla vicenda metafisica della lotta per esistere, attraverso territori fisici, che spesso coincidono con i territori dell’anima.

Maria Mosca, pittrice, quando scrive poesia diviene pittrice del mondo, autrice di un unico grande affresco, che ha un dentro e un fuori, un prima e un dopo ed offre infine una suggestione palpabile in cui s’incontrano, al più alto grado, messaggio etico e forza stilistica.

La porta si apre e la sua casa racconta se stessa e le storie a lei più care, che ripercorrono momenti significativi… vi sono personaggi che vivono laddove regna il «riso amaro» e la penna di Maria, descrive scenari che affondano le radici nel passato per proiettarsi poi prontamente nel futuro, come nella bellissima poesia UN NIDO NUOVO.

Un cuore, quello di Maria, raccontato nella dimensione del riscoprire paesaggi emozionali unici, passo dopo passo seguendo il ritmo appassionato di sentimenti cantati e di dolori raccontati con rara delicatezza.

E a cantarli e raccontarli è una donna che ogni volta compone il disegno di una famiglia di gente per bene, disgelando a poco a poco quel "vero poetico" di manzoniana memoria.

Una poesia asciutta, senza ornamenti, che restituisce un quadro sociofamiliare di sicuro impatto, essa parla la stessa lingua che alimenta tutte le creature.

Quella delle emozioni.

Protagonisti la parola e il suo colpo definitivo: l’amore per la parola a deposito dell’anima.

Parola e silenzio stanno l'una sull'altro in quella che è soprattutto in arte del levare.

Un lieve lavoro di scavo e cesello misto a grumi di sensazioni e sentimenti mai troppo dimenticati, tensioni e aspirazioni liberatorie è riconoscibile all’interno di sparute assonanze e dissonanze ed offre un radicale esempio di rinnovamento formale.

ANTONIO LERA

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