domenica 8 luglio 2007

Salvatore Tringali, giuliese d'adozione











“Muore vittorioso colui che realizza la sua vera morte,
circondato da coloro che sperano e da coloro che giurano”
Friedrich Wilhelm Nietzsche
Il Prof. Salvatore Tringali (1920-2006)

Siciliano di nascita ma giuliese d’adozione.

Di Walter DE BERARDINIS

Il Prof. Salvatore Tringali nasce il 1 aprile del 1920 (verrà registrato all’anagrafe il giorno seguente) a Catania da una nota famiglia siciliana (i Tringali erano originari del siracusano), il padre Carmelo era funzionario di stato e la madre era Giuseppina Maganò. Secondogenito, il primo fratello (Salvatore) era morto in tenera età, gli altri erano: Domenica (detta Mimma), Paolo (parlamentare del MSI e poi di AN della prima Repubblica), Agatina (chiamata da tutti Tina) e Oronzo. Giovanissimo aderisce subito alle organizzazioni giovanili nate all’avvento del Fascismo: prima nella O.N.B. (Opera Nazionale Balilla – 1926/1937) e di seguito nella G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio – 1937/1943). In entrambe le organizzazioni inizia prima da figlio della Lupa fino a diventare Avanguardista nella sua città paterna, Acireale. Al compimento del 18° anno, viene chiamato dal Distretto Militare di Catania per le rituali visite mediche per l’inquadramento nel Regio Esercito Italiano, qui viene giudicato idoneo al servizio, ma il giovane Tringali già pensa di arruolarsi volontario. Terminata la licenza liceale, presso il Liceo Classico di Acireale, si iscrive all’Università di Ingegneria Aeronautica di Catania ed entra nei G.U.F. (Gruppo Universitari Fascisti). Nel giugno del 1940, poco dopo lo scoppio della guerra, il giovane Salvatore si arruola volontario nel Regio Esercito, tra la contrarietà della famiglia. Viene destinato al centro reclutamento di Gorizia, con inquadramento nel Battaglione Artiglieria da Montagna. Tornato a Catania, viene destinato prima a Napoli e poi a Nocera Inferiore, qui si iscrive al corso di Allievo Ufficiale e viene inquadrato nel Reggimento Artiglieria Campale/Pesante. Nel 1942 parte volontario alla volta dell’Africa del nord, sbarca a Tunisi come giovane Ufficiale e gli viene affidato un plotone di 20 uomini circa per costituire una batteria semovente controcarro. Dopo gli eroici fatti di El Alamein, verrà catturato dagli Inglesi e successivamente consegnato da quest’ultimi agli americani. Dopo aver passato i primi mesi di prigionia in Libia e anche in Algeria e Tunisia, gli americani cercano di convincere, come del resto sarà fatto a tutti i prigionieri italiani, di firmare il foglio dove rifiutava la politica Mussoliniana e lo stesso stato Fascista. Salvatore Tringali, ligio alla sua fede, rifiutò di firmare, soprattutto per l’onore dato alla causa, ben sapendo che si sarebbe prolungata di molto la sua permanenza dentro i campi di concentramento americani. Il giovane militare fu classificato come “NON”, cioè non collaborazionista, così per lui scattò il trasferimento coatto verso gli Stati Uniti d’America abbordo di una nave mercantile. Così fu per tantissimi prigionieri di guerra e soprattutto per gli italiani, i tedeschi e i giapponesi, che si rifiutarono di firmare e collaborare con il vincitore. Oltre agli USA, anche la stessa Inghilterra e le sue colonie (Sud Africa e altri stati del centro e nord africa, l’India e l’Australia) furono usati per detenere i più riottosi o i più pericolosi. Tringali, una volta arrivato in nord america, viene destinato ad Hereford, nello stato più a sud degli USA, il Texas. Qui, inquadrati nei campi di concentramento denominati “Criminal Fascist Camp”, dovevano lavorare e anche essere rieducati per tornare in patria come collaborazionisti degli alleati. Quotidianamente venivano convocati per convincerli a collaborare e fare in modo di rinnegare di essere stati Fascisti. Molto educativo, sarebbe, per le giovani generazioni, vedere il film (poco distribuito nella sale cinematografiche) “Texas ‘46” con la regia di Giorgio Serafini e con l’attore protagonista Luca Zingaretti. Poi, per chi non si annoia, ci sono dei bellissimi libri sul tema: 1) di Roberto Mieville, Criminal Fascist Camp, ristampato dall’Associazione 1 Dicembre; 2) di Mario Tavella, Io Prigioniero in Texas, Lo Scarabeo editrice; 3) di Gaetano Tumiati, Prigionieri nel Texas, della Mursia; 4) il romanzo di Gianni Riotta, Alborada, Rizzoli editore. Intanto, dopo la fine della guerra e grazie al trattato di resa incondizionata dell’Italia, Tringali potrà tornare a casa. Alla fine del 1946, ma per altri fu anche il successivo anno, sbarcò al porto di Napoli con altri reduci che furono oggetto, da parte di molte persone presenti, di sputi, spintoni e parole offensive. Pensate che quel giorno, visitato dai medici militari che lo avevano preso in consegna, la bilancia si fermò a 36 Kg.. Ripresi gli studi, si iscrisse alla facoltà di Matematica e Fisica, prese anche l’abilitazione all’insegnamento come docente di Educazione Sportiva presso le scuole superiori. Il tutto avvenne tra Roma e la sua Catania come studente-lavoratore. Dopo anni di gavetta, insieme alla futura moglie già approdata a Giulianova come insegnante di lingua francese ed anch’essa siciliana, si stabilirono definitivamente a Giulianova. Angela Spina, questo il nome della sua ex compagna di studi, il 6 ottobre del 1951 diverrà sua moglie a Loreto (AN). Dal matrimonio nacque la primogenita Eliana e poi Bruno. Insegnò per 26anni consecutivi al Liceo Classico di Atri e negli ultimi anni al Liceo Scientifico di Giulianova. Durante la sua attività di docente, ma già al suo ritorno dalla prigionia, aderì subito al MSI (Movimento Sociale Italiano). Prima come componente nazionale della Scuola di Partito, insieme al Prof. Silverio Bacci, poi come consigliere comunale del MSI a Giulianova e anche Dirigente nazionale, fino al suo scioglimento avvenuto del 1994-1995, con la svolta di Fiuggi dell’On. Fini. Da quel momento in poi, come del resto lo fu per tanti altri camerati della prima Repubblica, abbandonò definitivamente la scena politica locale e nazionale. Continuò soltanto a seguire la politica internazionale con i tanti articoli di geopolitica che pubblicava sui vari giornali d’area.

Durante gli anni di piombo, fondò e diresse il foglio politico “Europae Imperium”, un bimestrale stampato dalla tipografia Zanni dei Fratelli Colleluori di Atri, con una tiratura di 1.000 copie al costo di 500 lire. il primo numero uscì negli anni ’70 (l’autorizzazione n°105 del tribunale di Teramo fu concessa il 19 gennaio del 1970), oltre alla sua firma come Direttore, c’erano tra l’altro anche quelle dell’On. Nino Sospiri, dell’On. Nicola Carlesi, del giornalista Vincenzo Centorame ed altri ancora (Guido Medici, Leo Negrelli, Alessandro Lupi, Sergio Cipolla, Massimo Scalfari, Francesco Lamensa, Giulio Monaca, Renato Del Ponte, Nuccio D’Anna, Luigi Petriccioni, Prospero Calzolari, Nello Capotosto, Marco Bezicheri, Sergio Cipolla e Rosaria Di Lucente). Poi la pubblicazione cesso verso la metà degli anni ’70.

Fu anche fondatore e Direttore responsabile de “L’Ordine Sociale” con Silverio Bacci; di “Arthos” con Renato Dal Ponte; di “Nuove Proposte per l’Alternativa” e “Parlamento Marche” con Giuseppe Buscemi; di “Destra Picena” con l’Avv. Vincenzo Rosini; di “Radio ERA (Emittente Radiofonica Alternativa)”; ed inoltre Direttore sportivo del “Fiamma Rugby San Benedetto” ed infine collaborava dalla sua nascita con il bimestrale “Italicum”, di Luigi Tedeschi. Sempre da Giulianova, era anche il corrispondente de “Il Tempo d’Abruzzo”.

All’’alba del 5 settembre del 2006, il Prof. Salvatore Tringali, cessava di vivere all’età di 86anni. Il suo ricordo è rimasto indelebile, soprattutto per i tanti ragazzi di destra abruzzesi e marchigiani e non solo, infatti, la sera della veglia funebre l’On. Teodoro Buontempo (AN), amico e allievo del Professore, arrivò a Giulianova per dare l’estremo saluto ad un camerata che aveva dato la sua vita per la politica e per formare i giovani dirigenti del MSI nazionale. Spero, in virtù di questo mio scritto, di aver stimolato la curiosità e un eventuale approfondimento della figura di questo personaggio.


Si ringraziano per le notizie: Eliana e Bruno Tringali (i figli), Vincenzo Cialini (allievo ed amico del professore) e la redazione de “Italicum” di Roma.